Per la giornata della memoria quest’anno tutta la scuola è stata coinvolta in una bellissima e interessante attività di animazione e lettura in cui abbiamo capito come gli ebrei e non solo fossero stati presi di mira, maltrattati, denigrati, umiliati, “minati dentro”, stipati, privati, deportati e alla fine sterminati….
Tra i vari campi di concentramento c’era il ghetto di Terezìn. Fu il maggior campo di concentramento sul territorio della Cecoslovacchia. Nel periodo che durò il ghetto – dal 24 novembre 1941 fino alla liberazione, avvenuta l’8 maggio 1945 – vi passarono 140.000 prigionieri e vi morirono circa 35.000 detenuti.
Fra i prigionieri del ghetto di Terezìn vi furono all’incirca 15.000 bambini.
Il ghetto di Terezìn fu uno dei luoghi in cui fu concentrato il maggior numero di prigionieri bambini, anche neonati.
La maggior parte di essi morì nel corso del 1944 nelle camere a gas di Auschwitz.
Per un certo periodo i prigionieri adulti riuscirono ad alleviare le condizioni di vita dei ragazzi di Terezìn facendo sì che i bambini venissero concentrati nelle case per bambini.
Nelle case operavano educatori e insegnanti prigionieri che riuscirono ad organizzare perfino l’insegnamento clandestino (dato che nel campo questo era proibito) , circoli di recitazione e di canto.
I bambini di Terezìn scrivevano soprattutto poesie.
Una parte di questa eredità letteraria si è conservata.
Il complesso dei disegni che si è riusciti a salvare, e che fanno parte delle collezioni del Museo statale ebraico di Praga, comprende circa 4.000 disegni.
I loro autori sono, per la gran parte, bambini dai 10 ai 14 anni.
Abbiamo letto alcuni pensieri e frasi e anche il testo della poesia di Pavel Friedman
nato il 7.1.1921 – morto il 29.9.1944
La farfalla
L’ultima, proprio l’ultima,
di un giallo così intenso, così
assolutamente giallo,
come una lacrima di sole quando cade
sopra una roccia bianca
così gialla, così gialla!
l’ultima,
volava in alto leggera,
aleggiava sicura
per baciare il suo ultimo mondo.
Tra qualche giorno
sarà già la mia settima settimana
di ghetto:
i miei mi hanno ritrovato qui
e qui mi chiamano i fiori di ruta
e il bianco candeliere di castagno
nel cortile.
Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.
Quella dell’altra volta fu l’ultima:
le farfalle non vivono nel ghetto.”
Abbiamo anche scoperto che a Huston in Texas esiste il Museo dell’Olocausto che raccoglie MILIONI di farfalle provenienti da tutto il mondo, simbolo dei bambini morti durante questa immane tragedia…
Abbiamo quindi pensato di realizzare un biglietto da portare a casa con una frase che coinvolgesse anche i genitori spiegando le nostre riflessioni a scuola
e realizzare tante farfalle per abbellire l’atrio della scuola seguendo questo tutorial facilissimo:
Ne abbiamo fatte di tutte le grandezze e di tutti i colori e appesa al muro…alcune le abbiamo usate per un biglietto che simboleggia la libertà del pensiero, anch’esso usato per abbellire l’atrio…
Abbiamo preso cartoncini neri e grigi e con la lana, annodando pezzetti più piccoli abbiamo realizzato una sorta di filo spinato che poi abbiamo incollato sul cartoncino e abbiamo aggiunto alcune farfalle colorate: il pensiero vola alto…su ali di farfalle!!!
Le nostre farfalle e i nostri pensieri fan bella mostra e rallegrano l’atrio e offrono anche uno spunto di riflessione! Inoltre abbiamo messo su un tavolo tantissimi libri che parlano di Shoah…adatti ad ogni età a disposizione di tutti gli alunni…PER NON DIMENTICARE!!!!!
Link utili dalla rete:
L’olocausto con gli occhi dell’innocenza
BRAVI !!!
VI FACCIO I MIEI COMPLIMENTI