Quest’anno alla nostra scuola primaria è un anno “DI PANE”, come tema di Plesso si è scelto il DIRITTO AL CIBO e per Natale il nostro spettacolino è stato sul pane così come il nostro presepe.
Con la classe 5a…una classe in cui si sentono grandi e di fare scenette non ne hanno voglia…si vergognano…vorrebbero esser già oltre…abbiamo pensato con le colleghe di farli sentire GRANDI e di responsabilizzarli: “Spiegherete ai bimbi piccoli la storia del pane!”
Ho cercato in rete un modo alternativo alla recita o alla lettura per loro e ho trovato vari spunti ma ho scelto le ombre….mi sembravano adatte e fattibili nel poco tempo che rimaneva…naturalmente sempre tutto di corsa all’ultimo minuto!!!
Veramente le ombre cinesi, direte voi, sono quelle fatte solo con le mani…e come si fa????
Le ombre cinesi sono ombre proiettate su una superficie…quindi ci siamo semplificati le cose costruendo delle sagome che con la luce avrebbero reso l’idea del racconto…..
Ed ecco il racconto che ho scritto…in rima…descrivendo nella prima parte la storia dal chicco alla spiga e nel secondo dalla spiga al pane….ho letto, copiato, cambiato,assemblato e alla fine mi sembra che il lavoro sia carino!
Una storia semplice: la storia del Pane
I bambini si sono suddivisi nella lettura delle varie parti e mentre un gruppo leggeva l’altro (dietro un paravento illuminato) animava con le sagome la storia e poi si sono scambiati i ruoli.
Abbiamo preparato insieme le varie sagome, ritagliate e fissate con nastro di carta sugli stecchi che la maestra ha tenuto, quelli di sostegno ai gerani (la maestra tiene tutto…lo ammetto!!!! 🙁 )
Ed ecco quindi come è venuta la nostra recitina…in queste fotografie che ho fatto in una post-recita…rifatta per i bimbi della scuola che durante lo spettacolo vero messi nel coro non lo avevano visto….
C’era una volta un chicco di grano
E fino a qui niente di strano
Viveva in un granaio dentro un sacco
E con i suoi fratelli si divertiva da matto
Se non fosse che il chicco in questione
Dal suo sacco uscì e tra i sassi si depone
Dove sono…solo sono rimasto
Non c’è nessuno in questo posto?
Non capiva dove fosse era un po’ depresso ma…ecco
Un corvo nero lucente lo prese nel suo becco
aiuto aiuto come son finito quassù?
Ma… di nuovo sfuggì e ricadde laggiù
La soffice terra bruna lo raccolse,
dandogli rifugio e calore lo avvolse
Era proprio ciò di cui aveva bisogno
per calmare i timori, lenire la tristezza e sperare in un bel sogno.
Mentre era ancora intento a meravigliarsi della novità,
Si accorse che da sotto qualcosa gli spuntava già
Spaventato cercò di capire, voleva riuscire a fermare
Ma era tardi…le radici già stavano nella terra per affondare
E d’improvviso qualcosa cambiò
Anche se ancora a capire faticò..
Con piacere sentì la linfa pian piano salire
fino al suo cuore entrare e tutto riempire
E lui finalmente libero si ritrovò
Dal nero della terra in un tenero abbraccio avvolto fu
Cominciò a farsi largo e a trovare un suo spazio sempre più su
Ora aveva ali…che lo conducevano sempre più in alto
Oltre la superficie del campo, Verso il cielo verso il caldo.
Si guardò e non si riconobbe lassù
Il chicco che conosceva ormai non c’era più
Foglie, fusto e una bella chioma
Ricca di spighe e carica di aroma
Senza l’iniziale ruzzolone sulla strada polverosa,
senza la perdita dei suoi fratelli così dolorosa
senza il corvo dalle lunghe ali lucenti,
il chicco non avrebbe sentito della terra il respiro mai
non sarebbe arrivato fin lassù mai
e non avrebbe saputo che crescere
significa provare paura e tristezza,
ma anche amore, desiderio e pienezza.
L’estate calda da un po’ è iniziata
Farfalle e cicale alle spighe fan la serenata
Il grano è bello e assai dorato
e al caldo del sole ondeggia beato
Ma ora è giunto il bel momento
in cui il tempo è a compimento
Le spighe dal contadino sono raccolte
e in covoni ordinati sono avvolte
Sull’ aia con gran festa poi sono trebbiati
e i chicchi di grano dalla pula separati
in sacchi morbidi e caldi verranno riposti
e al mulino portati per essere macinati
Da un solo chicco di grano caduto da un sacco
prima un esile fusto poi spiga e ora di farina un pacco
La farina che ora è preparata
in cucina verrà poi utilizzata
faremo pasta, grissini e pasticcini,
torte, biscotti, ma soprattutto panini
che possano bastare per tutti i bambini.
Una ricetta antica che tutti i popoli han provato
egizi romani ma anche greci e indiani
Per fare il pane l’acqua devo mettere
per rendere elastico l’impasto e una forma permettere
Per fare il pane ci vuole il lievito che lo farà gonfiare
per renderlo soffice e gustoso da mangiare
Per fare il pane ci vuole il sale
per farlo buono saporito e davvero niente male!
Per fare il pane ci vogliono le mani:
amalgamano, armonizzano gli ingredienti sani
Per fare il pane ci vuole tempo:
il tempo dell’impasto e della lievitazione
Il tempo della cottura e della preparazione
Per fare il pane ci vuole il fuoco
calore, sapore…beh sembrava ci volesse poco!
Dal grano al pane fragrante
che percorso affascinante!
Il pane sulla mia tavola ogni giorno vedo
sono fortunato…anche se talvolta lo spreco
E’ un alimento davvero importante
che piano piano mi farà diventare grande
Lo mangio e penso a un mondo diverso
in cui nessuno si senta mai perso
Un mondo in cui ognuno grande o piccino
diventi ciò che vuole e compia il suo destino
un mondo più giusto, un mondo che mi piace
in cui ogni bambino possa vivere in pace.